La critica del giudizio è un'opera del filosofo tedesco Immanuel Kant, pubblicata nel 1790. In questo testo, Kant si occupa dell'estetica e della teleologia, sostenendo che il giudizio estetico non può essere sottoposto a regole e leggi come nel caso del giudizio logico. Kant propone che il bello sia quello che piace universalmente senza un concetto, mentre il sublime è ciò che suscita un senso di impotenza e grandezza.
Inoltre, la critica del giudizio affronta anche il concetto di teleologia, ovvero la tendenza umana a pensare che gli oggetti naturali siano prodotti da un fine, nonostante non esistano prove empiriche in tal senso. Kant distingue la teleologia interna (propria degli esseri viventi) da quella esterna (propria della natura non vivente).
La critica del giudizio è considerata una delle opere fondamentali della filosofia kantiana e ha influenzato in maniera significativa il pensiero estetico, filosofico e scientifico successivo.
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